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Che cosa intendiamo per apatia?

Carmen De Grazia / Articoli / / 0 Commenti / Like this
Che cosa intendiamo per apatia?

È il contrario di empatia? Ci sono diverse definizioni:

  • Incapacità prolungata o abituale di partecipazione o di interesse, sul piano affettivo o anche intellettivo.
  • La suprema virtù dello stoico, il quale, vivendo secondo ragione, sa che tutto è come deve essere, perché tutto ha una sua ragione, e non si lascia quindi limitare né influenzare dalle cose.
  • Stato d’indifferenza abituale o prolungata, insensibilità, indolenza nei confronti della realtà esterna e dell’agire pratico.

Etimologia: ”privo di passione”.

In medicina, notevole riduzione o mancanza di reazioni affettive; si verifica con particolare frequenza in alcune forme di schizofrenia e in alcuni stati depressivi, ma si distingue dalla depressione.

Un atteggiamento apatico non accompagnato da una totale demotivazione invalidante per il ragazzo può essere letto anche come un tentativo (maldestro?) di allontanarsi dalla più spumeggiante ed espressiva fase precedente della fanciullezza.
È la noia di vivere?

L’apatia si distingue dalla depressione in quanto il paziente apatico non prova disagio per la sua condizione, mentre la depressione si correla spesso con stati ansiosi e disprezzo e/o odio di sé stessi, che provoca un tono più spesso negativo che indifferente dell’umore e spesso più forte assenza di piacere (anedonia), che può arrivare fino al desiderio di morire oltre che non desiderio di vivere, molto comune negli apatici.

In uno studio su pazienti affetti da Alzheimer sono state individuate specifiche differenze metaboliche: i soggetti “apatici” mostravano un ipometabolismo del glucosio nelle regioni orbitofrontali sinistre, mentre i soggetti “depressi” un ipometabolismo nelle regioni prefrontali dorsolaterali.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) è una raccolta di tutte le caratteristiche peculiari delle malattie psichiche e mentali conosciute, comprensiva dei rispettivi criteri richiesti per la diagnosi.

Fino al 2013, la distimia era trattata come un disturbo dell’umore diverso dalla depressione, seppur con qualche analogia.
Nell’edizione del 2013 invece il disturbo distimico è stato incluso nel capitolo dedicato alla depressione, come fosse un sottotipo di quest’ultima.

L’incapacità di manifestare emozioni si ripercuote, nel soggetto apatico, nella ridotta espressività vocale, facciale e gestuale. Nel caso in cui il soggetto apatico stia sviluppando una forma depressiva, ai sintomi sopra elencati vanno aggiunti un rallentamento psicomotorio, un pessimismo globale includente una assenza di speranza e una ridotta autostima.

L’analfabetismo emotivo o alessitimia (anche alexitimia: «mancanza di parole per esprimere emozioni») è un costrutto psicologico che descrive una condizione di ridotta consapevolezza emotiva, che comporta l’incapacità sia di riconoscere sia di descrivere verbalmente i propri stati emotivi e quelli altrui.

Cause?

Alcuni farmaci, come certi antidepressivi o antipsicotici possono provocare un’emozionalità anestetizzata. Le barriere alla comunicazione non verbale (la mascherina) o la mancata socializzazione (lockdown) possono contribuire a un atteggiamento apatico.

Dietro ad una giornata “letto-divano-letto” si nasconde una certa paura a mettersi in gioco, una sorta di timore molto accentuato nei confronti del fallimento
Di certo i mass-media non sono molto stimolanti: spesso trasmettono modelli vincenti slegati dal concetto di fatica e impegno. L’abuso di schermi è una componente importante sia per il loro contenuto che per l’assuefazione dei contenuti sempre a portata di mano.
Se non faccio niente, non posso sbagliare.

La continua crescita del cervello nella fase adolescenziale spiega anche perché un disinteresse (in un alimento, in uno stile musicale o in un qualsiasi stimolo portato dai genitori) di un periodo non per forza si confermerà sei mesi dopo. Da qui l’importanza di perseverare, proponendo senza abbandonare lo stimolo, anche se la loro reazione può sembrare scoraggiante.

I cambiamenti emozionali sono anche segni di maturità.
Il rispetto per gli altri e lo sviluppo di un’attitudine altruista sono anche segnali che il giovane ragazzo sta maturando a livello emotivo.
Le sostanze psicoattive che più comunemente provocano apatia sono: La cocaina;
Le anfetamine; L’alcol.

In Ticino la percentuale di giovani, sia tra i ragazzi che tra le ragazze, che affermano di essersi ubriacati almeno 2 o 3 volte nel corso della loro vita si è ridotta in modo significativo dal 2010 al 2014.
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Che cosa possono fare gli adulti di riferimento?
Imparare a gestire i limiti, aiutarli a conoscere le frustrazioni FAMILY LINK pastedGraphic_3.pngo altri controlli parentali.

Motivatori interni

Raramente I ragazzini sono completamente senza motivazione: hanno una motivazione molto forte per fare cose che amano e che portano a una ricompensa che loro trovano significativa. L’apatia arriva solo quando non hanno una motivazione intrinseca a svolgere un determinato compito. Creare una motivazione interna significa rendere desiderabile il processo o il risultato. Per un bambino piccolo una promessa di un gelato in cambio di un esercizio alla chitarra è abbastanza, per un ragazzo una ricompensa esterna non è significativa come la visione interna di diventare una rockstar o di riuscire in un assolo particolarmente difficile. I ragazzi confusionari potrebbero trovare la loro motivazione a tenere pulita la loro stanza grazie alla prospettiva di vedere se stessi in un ambiente pulito e ricco di stile. Chi non riesce a livello accademico spesso trova la propria motivazione quando inizia a vedere una carriera o un’associazione di cui vorrebbe fa parte.

Motivatori esterni

il cervello dell’adolescente si sta ancora sviluppando nel lobo frontale che influenza il controllo degli impulsi e la pianificazione. Contrattare con un ragazzino offrendogli una ricompensa alla fine dell’anno scolastico per esempio non può funzionare perché la comprensione del patto non è intrinseca. Disegnare la mappa mentale che collega lo studio a settembre con la ricompensa estiva è una competenza dell’adulto che l’adolescente deve ancora sviluppare. Offrire ricompense e punizioni come motivatore ha un’utilità limitata per l’adolescente.
apatia
Imparare uno stile comunicativo autentico, diretto e trasparente.
Porre delle domande aperte.
“Com’è andata oggi online?”
“Qual è stato il momento più divertente di oggi in classe?”
Non prendere nulla sul personale, mostrare massimo rispetto e coinvolgimento

Fonti: